Il tema sul quale si è innestato il restauro del complesso ex monasteriale di San Lodovico è stato il parallelismo della leggibilità tra l’elemento storico e l’intervento architettonico moderno.
La funzionalizzazione del corpo di fabbrica rimetteva in luce la comunicazione, negata con l’esclaustrazione ottocentesca, tra i vari ambienti messi a disposizione con la riacquisizione nel 2001 da parte del comune. L’intervento architettonico si è caratterizzato mediante la realizzazione della passerella di distribuzione degli ambienti al secondo piano, la copertura del cortile al piano terra e la installazione dell’ascensore per l’abbattimento delle barriere architettoniche.
All’interno il percorso museale è stato collegato ai piani superiori adibiti ad uffici, sale studio e archivi, da una scala in legno ed acciaio e attraverso una passerella con struttura in pultruso di vetro, che ha ricreato la comunicazione tra le varie funzioni del piano secondo mediante l’adeguamento delle aperture d’accesso ai vani e con la demolizione degli elementi d’intralcio al percorso. È da puntualizzare che la passerella in pultruso di vetro, la prima mai realizzata in Italia, ha reso possibile l’inserimento di un nuovo elemento strutturale/funzionale che non verrà a gravare sulle strutture esistenti grazie alla leggerezza del materiale innovativo, il pultruso in vetro, appunto.
Altri materiali a basso impatto ed alta tecnologia sono stati le fibre di vetro e di carbonio, utilizzate rispettivamente alla tipologia di cinematismo per consolidare le volte del primo piano. Per consolidare le sommità delle murature a contatto con le strutture di copertura, al posto del solito cordolo in cemento armato sono state utilizzate fibre in acciaio.